La Chiesa dell’Immacolata Concezione, situata lungo via Concezione vicino all’incrocio con via Antimo Panico, mostra la sua facciata rivolta a sud lungo quella che un tempo era chiamata “Strada delle Monache ai Sambuci” nel censimento del 1753.
Conosciuta comunemente come “delle Concezioniste”, questa Chiesa, sconsacrata dagli anni ’80, era adiacente al Monastero delle Suore dell’Immacolata Concezione, demolito nel 1981 per lasciare spazio alla costruzione di una scuola. All’interno della chiesa, dietro l’altare maggiore in marmo, un tempo si ergeva un dipinto del 1693 di Paolo de Mattheis raffigurante la Beata Vergine Immacolata con San Francesco e Sant’Antonio da Padova ai lati. Quest’opera era contornata da una grande vetrata semicircolare che diffondeva luce in tutta la chiesa. Purtroppo, questo dipinto è stato rubato, così come molte altre opere presenti nella chiesa, insieme ai marmi provenienti dai cinque altari che decoravano l’ambiente sacro.
La presenza della Chiesa di Santa Maria Maddalena risale con sicurezza almeno al 1453, situata lungo il Corso Campano, in prossimità del Municipio di Giugliano. Caratterizzata da una struttura semplice ed essenziale, si compone di un’unica navata, il cui tetto a due falde in legno sovrasta un singolo fronte libero che si affaccia sul Corso Campano, configurato come unico livello a forma di capanna.
Sottostante alla Chiesa si estende un’ampia cripta, raggiungibile attraverso un’apertura nel pavimento al centro della navata, attualmente visibile poiché il marmo che la sigillava è andato distrutto nel tempo. Fino alla realizzazione del Cimitero di Giugliano negli anni 1840-1841, questa cripta è stata il luogo destinato alla sepoltura dei defunti.
La proprietà della Chiesa di Santa Maria Maddalena è attribuita all’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Aversa, ovvero la Curia. Tuttavia, il Comune di Giugliano ha richiesto alla Curia, con la nota protocollata n. 55.090 del 31 ottobre 2013, di regolare l’utilizzo e la gestione della chiesa. Con la Delibera della Commissione Straordinaria n. 61 del 14 aprile 2014, è stato approvato uno schema di Convenzione attraverso il quale il Comune ha acquisito la Concessione d’uso della Chiesa di Santa Maria Maddalena, insieme alle chiese di San Rocco e delle Concezioniste, tutte e tre sconsacrate.
La Collegiata di Santa Sofia, uno dei simboli religiosi più imponenti di Giugliano in Campania, incarna un patrimonio storico e artistico di notevole importanza. La sua dedicazione a Santa Sofia, patrona della città tra il 1526 e il 1622, aggiunge ulteriore significato a questa imponente struttura.
Posizionata lungo il Corso Campano, arteria principale del centro cittadino, la chiesa si erge su una pittoresca piazzetta alberata. È qui che riposa Giovan Battista Basile (1566-1632), celebre autore de “La gatta Cenerentola”, conferendo alla piazza un’aura culturale e artistica unica.
La sua storia affonda le radici nella metà del XVII secolo, quando, su progetto di Domenico Fontana, sorse su di un luogo che in precedenza ospitava una modesta chiesetta dedicata al Corpo di Cristo. Un periodo più tardo, tra il 1730 e il 1745, vide l’intervento di Domenico Antonio Vaccaro, uno degli architetti più innovativi e stravaganti del panorama napoletano. A lui si deve non solo il completamento della struttura ma anche la sontuosa decorazione interna in stucchi e il pregevole disegno del pulpito in marmo.
La storia travagliata della chiesa include anche momenti di rinascita: il campanile, ad esempio, fu smontato e successivamente ricollocato nella posizione attuale nel corso del XIX secolo. Durante gli eventi della Seconda Guerra Mondiale, la cupola subì danni irreparabili, ma grazie ad un imponente sforzo di restauro e ricostruzione nel dopoguerra, tornò a risplendere nella sua maestosità originaria.
Il patrimonio artistico della Collegiata è una testimonianza vivente di talento e maestria: l’organo ligneo realizzato da Fabrizio Cimino, rinomato maestro organaro del XVIII secolo e nativo di Giugliano, è una delle perle di questo luogo sacro. Opere di inestimabile valore sono state firmate da artisti come Nicola Cacciapuoti, Giuseppe Marullo, Girolamo Muziani, Domenico Viola, Aloisio Cacciapuoti e Fabrizio Santafede, contribuendo a tessere un mosaico artistico di straordinaria bellezza all’interno delle mura della chiesa.
Il Santuario dell’Annunziata, conosciuto anche come Santuario dell’Ave Gratia Plena, è un altro gioiello religioso che domina la piazza omonima, posizionata all’incrocio tra il corso Campano, cuore pulsante del centro cittadino, e via Licante.
La chiesa è un tesoro custode di numerosi capolavori pittorici risalenti dal XV al XVIII secolo, ospitando opere di rinomati artisti della scuola napoletana, tra cui spiccano i nomi di Massimo Stanzione e Carlo Sellitto. L’altare maggiore, concepito da Giuseppe Astarita in collaborazione con Bartolomeo Vecchione, rappresenta un’eccellenza artistica di rilievo.
Sebbene le sue origini sfumino nel tempo, con ipotesi che la collocano probabilmente sul sito di un antico oratorio, i primi documenti ufficiali risalgono al XVI secolo. Fu nel corso del XVII secolo che la chiesa conobbe un periodo di ampliamento, assumendo l’attuale struttura a croce latina. Il secolo successivo vide il completamento della maestosa cupola che sovrasta l’incrocio.
Accanto al complesso religioso, tra il XVIII e il XIX secolo, si sviluppò l’edificio dell’ospedale, originariamente concepito per scopi assistenziali, contribuendo a creare un contesto di cura e devozione che ha caratterizzato questa parte della città nel corso dei secoli.

